Fotografia, comunicazione, media e società

Una “fotografia” del Governo

Contributi delle immagini fotografiche per l’analisi di un’istituzione
di Gerardo Regnani
gerardo.regnani@gmail.com
Roma, 13/02/2007

Le fotografie di un’istituzione possono fornire indizi utili a comprenderne la natura? Dall’esame delle immagini fotografiche dell’attuale squadra di Governo pubblicate sul sito ufficiale, la risposta sembrerebbe poter essere affermativa. Il quadro che ne emerge, infatti, è connotato da un elemento distintivo, la varietà, che tende ad emergere sia nell’analisi d’insieme che in quella di dettaglio. Il testo che segue, dopo una parte introduttiva, prova a delineare questa caratteristica, anche attraverso l’illustrazione di tutta una serie di dati di supporto.
Tra i fattori che potrebbero concorrere a formare quella che risulta poi essere l’immagine complessiva dell’attuale Governo Italiano (cfr. URL nei “Riferimenti”), è stato scelto quale ambito d’analisi l’insieme delle fotografie presenti sul relativo sito web. Questo lavoro, occorre premetterlo, non ha però alcuna pretesa di esaustività, rappresentando solo una semplice traccia, tra le diverse individuabili, per la possibile analisi di un complesso di immagini di questo tipo.

Potrebbe, infatti, risultare utile valutare anche una diversa forma di esplorazione dedicata all’esame di altre componenti ora escluse, magari facendo emergere nuovi elementi di interesse che favoriscano riflessioni ancora più ampie ed approfondite. Si potrebbero immaginare altre forme di analisi, dedicate, ad esempio, ad una valutazione delle immagini per singolo dicastero, per ciascuna formazione politica, per età, per bacino elettorale e così via. L’intera riflessione, inoltre, potrebbe essere rivista ed integrata alla luce di valutazioni e strumenti più vicini ad una prospettiva d’analisi di tipo statistica.
Detto questo, tra i tanti elementi possibili, perché scegliere proprio queste fotografie, tutte, apparentemente, così simili tra loro?
Una spiegazione, tra le tante ipotizzabili, potrebbe essere la seguente. L’immagine fotografica, al pari di qualsiasi media, è un autentico concentrato di interelazioni simboliche che agisce in più direzioni. Innanzitutto, verso noi stessi. Essa, insieme ad altri strumenti, concorre infatti nell’attività di analisi che ogni persona incessantemente pratica prioritariamente verso se stesso con l’intento di conoscersi meglio e consolidare ulteriormente l’idea – anch’essa un’immagine (mentale), in fondo – che ha della propria individualità. Questo medium, come altri, coopera inoltre anche nell’azione di esplorazione extraindividuale e, in particolare, verso due direzioni: la prima relativa alla conoscenza del contesto esterno di riferimento (sociale ed ambientale) e la seconda all’analisi delle relazioni che con questa dimensione si immagina vi siano nel presente, siano già accadute in passato o potrebbero emergere in futuro. Per orientare le scelte individuali può essere anche molto rilevante, quindi, il ruolo di una fotografia, così come, per estensione, di qualsiasi immagine utilizzata nelle funzioni relazionali. Dall’esame di una fotografia, potrebbe infatti emergere un (intricato, in qualche caso) tessuto di relazioni, del quale chiunque utilizzi consapevolmente un’immagine dovrebbe plausibilmente tenere conto. Nell’ipotesi poi in cui l’entità che fa uso di rappresentazioni visuali  non sia un soggetto qualsiasi ma un’istituzione, come è nel caso qui preso in esame (le immagini fotografiche dei componenti del Governo Italiano presenti sul sito ufficiale), il “peso” della fotografia non diminuisce certamente, aumentando piuttosto riguardo ai possibili effetti che ne possono derivare. E’ probabilmente evidente, pertanto, che l’utilizzo di una qualsiasi immagine, e a maggior ragione quelle che rappresentano una così importante istituzione, debba essere attuato valutando tutti i possibili riflessi connessi con le relative interpretazioni, magari distorte – si pensi, per quanto ovvio, innanzitutto agli avversari politici – rispetto all’idea che si intenderebbe invece promuovere nei confronti dei potenziali fruitori delle immagini. Non é possibile, perciò, immaginare un uso delle immagini in funzione meramente di supporto, quale semplice mezzo al servizio di altri media.

Qualsiasi fotografia, e tanto più quella che ritrae un rappresentante del Governo in carica, può essere infatti anche in grado di “(s)parlare”, eccome, facendo emergere una prospettiva interpretativa in qualche caso persino molto diversa da quella che si vorrebbe far apparire a prima vista. Ecco perché, e ciò plausibilmente può riguardare anche il caso qui preso in esame, una simile concezione della fotografia potrebbe caratterizzarsi come un indicatore di un possibile utilizzo incerto delle risorse visuali coinvolte nel progetto promozionale costituito dal sito governativo, se non addirittura come la traccia (visiva) di in un vero e proprio impiego inefficace ed inefficiente di dette risorse.
Ma prima di tentare di delineare ulteriormente una possibile prima “lettura” delle fotografie pubblicate sul sito, può essere utile dedicargli una breve introduzione.
Le immagini del sito del Governo Italiano sono state divise, innanzi tutto, in tre gruppi di soggetti, ovvero quelle relative ai ministri, ai vice ministri e ai sottosegretari del Governo Prodi II. In questa ultima sezione è stata inoltre inserita, per affinità, l’immagine relativa al Segretario Generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Le fotografie analizzate sono tutte quelle presenti sul sito del Governo alla data del 16/01/07. Non è stata quindi effettuata un’analisi su un campione, per quanto significativo, bensì sulla totalità delle fotografie presenti, anche in considerazione del quantitativo non eccessivamente alto di (s)oggetti da analizzare.
Gli aspetti presi in considerazione per questa prima riflessione sui relativi dati individuati sono stati i seguenti:

Ognuno di questi aspetti è stato esaminato prima a livello complessivo, poi per gruppi (ministri, vice ministri e sottosegretari).
Occorre inoltre precisare che l’analisi effettuata è stata limitata ai soli elementi ritenuti significativi posti all’interno delle immagini; l’eventuale riferimento a qualcosa che potrebbe essere “al di fuori” di esse è una conseguenza collegata al fatto che ogni fotografia, al pari di qualsiasi altra immagine, per poter “parlare” ha comunque bisogno di almeno un altro medium che, da una dimensione “esterna” alla rappresentazione visiva, le consenta di potersi esprimere e veicolare significati.
Ciò vale anche nel caso del tipo di immagine al quale si sta facendo ora riferimento, ovvero il ritratto fotografico. Esso è una delle  espressioni moderne di quella tradizionale forma di rappresentazione che era, un tempo, il classico ritratto aristocratico da cavalletto poi evolutosi, dopo l’avvento del mezzo fotografico, nel popolare ritratto fotografico borghese. Pur avendo subito modifiche formali nel corso del tempo, anche sotto l’influsso di tendenze del momento, il ritratto è rimasto comunque sempre molto vicino ad una certa idea di “specchio dell’anima” della persona ritratta in esso.
La fotografia quindi, seguendo le orme della pittura, ha di norma confermato questa dimensione interpretativa.
In questa scia si è mossa anche la riflessione di uno dei più grandi fotografi ritrattisti mai esistiti, il francese Gaspar-Félix Tournachon, detto Nadar. Oltre alle sue opere, è giunto ai giorni nostri anche un suo intenso contributo teorico nel quale, in particolare, ha sottolineato quella che era la sua idea di ritratto.

Le riflessioni del celebre fotografo erano fondate sulla consapevolezza che la fotografia, proprio perché è alla portata di tutti, può però trasformarsi in uno strumento insidioso allorché viene utilizzato da chi potrebbe non avere una sensibilità adeguata alle peculiarità del mezzo. Nadar ha perciò ricordato che, al di là delle nozioni tecniche che possono essere acquisite senza particolari sforzi in breve e da chiunque, non è altrettanto semplice conquistare altre cose, quali la capacità di gestire la luce e, aspetto ancora più importante, possedere una sorta di qualità superiore che consenta all’autore di poter fare un esame interiore della persona raffigurata, tentando di carpirne quella che il celebre ritrattista francese ha definito come la relativa “intelligenza morale”. Attraverso questa specie di sesto senso il fotografo, secondo Nadar, può entrare davvero in contatto con chi ritrae facendo emergere, in tal modo, quella che lui ha definito “la somiglianza intima”.
Un’ulteriore conferma della “forza” comunicativa di un ritratto e, più nello specifico, anche dell’importanza dell’orientamento dei volti emerge anche da un articolo scritto da Caterina Suitner (Dottoranda in Scienze Cognitive presso il Dipartimento di Psicologia dello Sviluppo e della Socializzazione dell’Università degli Studi di Padova), recentemente pubblicato sul n. 199/06 di Psicologia Contemporanea e dedicato ad una riflessione inerente la tradizione ritrattistica in pittura. L’autrice sottolinea, preliminarmente, che la scelta – degli autori delle opere, così come degli stessi soggetti ritratti – di orientare i volti verso sinistra o verso destra non è casuale. Così come evidenzia che specifiche ricerche hanno messo in luce che la presenza di emivolti sinistri è ritenuta socialmente meno adeguata rispetto a quelli destri. A questi ultimi, inoltre, sono tendenzialmente associate caratteristiche di razionalità, di azione, ovvero a tratti di “agenticità” che sono ritenute socialmente più rilevanti. L’eventuale analisi sistematica dei ritratti conservati nei musei, aggiunge inoltre Caterina Suitner, farebbe emergere, ad esempio, che i soggetti raffigurati mostrano prevalentemente il loro profilo sinistro, fatta eccezione per alcune situazioni specifiche e ben definite, nelle quali, invece, tale tendenza si riduce o, addirittura, scompare del tutto. Tale tendenza prende il nome di “bias di posizionamento” e si manifesta, in sintesi, nel modo seguente: 1) l’emivolto sinistro è prevalentemente usato nei ritratti femminili; 2) all’aumentare dello status sociale della persona ritratta, corrisponde un aumento dell’esposizione del profilo destro; 3) negli autoritratti gli autori rovesciano il “bias di posizionamento”, preferendo ritrarsi con l’emivolto destro; 4) le pittrici, all’opposto dei loro colleghi uomini, preferiscono il profilo sinistro per gli autoritratti, anziché il destro, mentre, per ritrarre altri soggetti, scelgono prevalentemente il profilo opposto; 5) con il passare del tempo il “bias di posizionamento” si è progressivamente affievolito, arrivando, ai giorni nostri, a scomparire del tutto.
Appare plausibile poter immaginare un’estensione anche alla fotografia, con eventuali distinguo, di queste interessantissime riflessioni.
Detto questo, tornando alle immagini del sito ufficiale del Governo, non sembra però emergere se chi ha realizzato, o scelto, le immagini da collocare nel sito fosse effettivamente consapevole dell’importanza anche dell’orientamento del volto del soggetto ritratto.
Nelle immagini del sito ufficiale del Governo, infatti, non sembrano esserci tracce evidenti né della “testimonianza” nadariana né di ricerche analoghe a quella di Suitner, così come di altri particolari “percorsi”. Pare confermarsi, piuttosto, una mera, quanto non molto efficace ed efficiente funzione strumentale al “discorso” veicolato altrove – nelle brevi biografie presenti, ad esempio – delle immagini inserite nel sito. Tutte le fotografie analizzate appaiono inoltre, oltre che eterogenee, delle semplici e veloci istantanee, piatte e senza uno specifico valore aggiunto.
Tuttavia, il corpus di fotografie analizzato, pur connotandosi come un complesso visuale eterogeneo rivela comunque, sotto il profilo formale, qualche elemento comune a tutte le immagini. Le fotografie, di fatto, sono quasi tutte riconducibili alla comune e diffusa forma del ritratto tipo fototessera standard a colori, per documenti. Questo elemento di comunione sembra, tuttavia, non riuscire a prevalere rispetto all’apparente e sfavorevole influenza comunicativa insita nella eterogeneità delle immagini presenti nel sito.
Anche le fotografie dei rappresentanti del Governo, in effetti, nonostante la loro superficiale “automatica” neutralità di superficie – caratteristica, in apparenza, di ogni istantanea – sono, come si sta tentando di evidenziare ancor meglio in seguito, molto meno “mute” di quel che sembra, proprio perché a “parlare”, come si è già accennato, è prevalentemente la loro disomogeneità.
Non è stata valutata a pieno, probabilmente, l’opportunità offerta da un mezzo di rappresentazione visuale semplice quanto potente quale continua ad essere tuttora la fotografia. Essa, per quanto ne divenga sempre più diffuso e semplice per chicchessia l’utilizzo, è stata ancora una volta usata in una maniera che appare non pienamente consapevole delle potenzialità dello strumento e, da quanto sembra, con una mera funzione illustrativa asservita ad altri media, quali potrebbero essere i già accennati testi contenenti le brevi biografie dei soggetti raffigurati.
Le immagini, diversamente, avrebbero forse potuto essere pensate nella forma di ritratti “ambientati” ed arricchiti, ad esempio, da tutta una serie di specifici elementi semantici di “rinforzo” a quanto detto o scritto altrove sulla cultura e i progetti di coloro che sono al momento degli esponenti di spicco di un’importante coazione politica, oltre ad essere il Governo del Paese. Purtroppo, non sembra emergere molto altro in aggiunta a quel ricorrente formato tessera, per documenti, con soggetti in abbigliamento formale (del tipo, per chiarire, giacca e cravatta per gli uomini e tailleur per le donne). Si distingue dagli altri, e di questo si accenna soltanto, l’immagine di un sottosegretario che si è fatto ritrarre con indosso una maglia di colore scuro.
Ma, oltre all’aspetto formale ricorrente di cui si è detto, compaiono solo pochi simboli riconducibili alla dimensione ufficiale della nazione (italiana), quali, ad esempio, delle rare e non sempre molto visibili bandiere con il tricolore italiano.
Sembra quindi abbastanza evidente il fatto che, sul piano visuale, non sembra che vi sia stato un particolare progetto comunicativo originario teso a sfruttare al meglio la capacità comunicativa delle immagini presenti. Queste, proprio a causa della loro caratteristica varietà, sembrano remare contro il committente, piuttosto che lavorare a suo favore.
L’abbinamento con un medium potente quale è, in fondo, la rete, sembra amplificare ulteriormente questa sensazione di indeterminatezza del sito che, almeno per quel che concerne il fronte delle fotografie utilizzate, non sembra esser riuscito effettivamente a concorrere a pieno nella sua azione promozionale del Governo attualmente in carica.
Non sembrano emergere con evidenza, infine, significativi elementi formali di rispondenza tra i ritratti tali da rinviare all’idea di una squadra governativa forte e coesa. Questo team sembra, all’opposto, frammentato in tante espressioni apparentemente differenti e, talvolta, anche distanti tra di loro che non offrono proprio, in definitiva, l’impressione dell’esistenza, “a monte”, di una vera e propria regia volta a governare questo importante strumento di comunicazione ufficiale. Per lo meno sul fronte visuale.

I dati

Prima di tutto, alcuni dati d’insieme.
Le fotografie prese in esame sono, complessivamente, 94.


Le immagini, e questo è uno dei primi elementi rilevati, sarebbero dovute essere in totale 103, in relazione al fatto che nel sito, escluse ovviamente quelle mancanti, ne è risultata presente, di norma, una per ciascun componente della squadra di Governo attualmente in carica (cfr. il relativo elenco riportato in fondo). Ad ognuno di essi, in aggiunta alla fotografia che è stata qui presa in esame, è stato dedicato anche uno spazio personale contenente una breve biografia, salvo i casi di cui poi si accennerà.
Non sono state trovate, quindi, complessivamente 9 immagini (pari al 9,27% del totale) e con una distribuzione affatto omogenea. Più nel dettaglio, fatta eccezione per le 26 immagini del gruppo dei ministri risultate tutte presenti, negli altri due gruppi dei vice ministri e sottosegretari non sono state trovate, invece: l’immagine di uno (pari al 10%) dei 10 vice ministri e di 8 (11,94%) dei 67 sottosegretari indicati nel sito.

Riguardo ancora alle fotografie mancanti, non è stata rilevata, inoltre, alcuna omogeneità neanche riguardo al genere. Tra quelle dei sottosegretari, infatti, una delle immagini mancanti è risultata essere quella di una donna, le altre, compresa quella summenzionata del vice ministro, sono tutte relative figure maschili. Solo in 3 casi inoltre, sugli 8 di cui si è appena detto relativamente alle immagini mancanti dei sottosegretari, è stato anche trovato un link alla suddetta biografia, ancorché privo di immagini fotografiche; nei restanti 5 casi, oltre alla fotografia mancante  non è stato rilevato alcun genere di collegamento nell’elenco generale dell’equipe governativa.
Riesaminando, per genere,  queste 94 fotografie, è emerso un altro elemento concernente il discorso della disomogeneità. Di queste 94 immagini, in effetti, soltanto in 19 fotografie su 94 sono stati rilevati volti femminili (20,21% del totale); la relativa proporzione, ha visto prevalere le figure maschili con un rapporto di quasi 4 ad 1 (3,95). Tale aspetto, per quel che concerne le nomine allora effettuate, è stato peraltro oggetto d’attenzione all’indomani delle elezioni che condussero alla nomina del Governo attualmente in carica. Esaminando la suddivisione per genere anche nei tre gruppi dei ministri, vice ministri e sottosegretari, è stata riscontrata nuovamente la non omogeneità di cui si è già detto, unitamente ad una tendenza analoga nei rapporti di forza evidenziati in precedenza. Le immagini dei ministri uomo, infatti, sono risultate essere 20, pari al 76,92% (la percentuale complessiva di tutti i ritratti di figure maschili è del 79,79%), con un rapporto rispetto alle colleghe superiore al 3 a 1 (3,3).  Vicino, sebbene con una relazione ancor più penalizzante per le donne (3,5), è apparso anche il caso dei vice ministri, con il 77,78% relativo alle 7 immagini presenti raffiguranti uomini. Ancora diversa è risultata la composizione per genere nel gruppo dei sottosegretari, dove la relazione fra i valori è risultata ancor più sfavorevole. E’ a un livello superiore al 4 a 1 (4,3) che si è posizionato il rapporto tra uomini e donne nel nucleo più numeroso, ovvero quello dedicato alle immagini dei sottosegretari. In questo insieme sono state contate ben 48 fotografie (81,36%) con ritratti maschili conto le 11 (18,64%) dedicate alle donne. Non omogeneo è apparso anche il quadro riguardo all’esistenza o meno di elementi simbolici idonei a “rafforzare” la connessione tra la persona ritratta e l’appartenenza al Governo, quali, ad esempio, logo o bandiere. Il relativo panorama, per di più, non è apparso incoraggiante anche a causa della diffusa  assenza di detti simboli.

Già a livello complessivo, di fatto, la presenza di questi elementi nelle immagini analizzate si è attestata su percentuali molto basse con la rilevazione, talvolta finanche risibile, dei suddetti elementi simbolici soltanto in 10 immagini. E’ risultato “scoperto”, quindi, un numero molto  elevato di fotografie (84, complessivamente) praticamente prive di riferimenti simbolici inerenti la carica ricoperta dai soggetti ripresi. Si è connotato per la sua eterogeneità anche il connesso quadro dei gruppi dei ministri, vice ministri e sottosegretari. Ha fatto eccezione, in questo panorama, la sola fotografia di un ministro nella quale è peraltro risultato visibile solo il logo della Repubblica Italiana, ma nessuna bandiera. Delle 10 immagini in totale nelle quali, come si è detto, sono state riscontrate delle bandiere, 5 appartengono al gruppo dei ministri e altrettante a quello dei sottosegretari; diverse sono apparse, però, le connesse percentuali dei relativi insiemi, attestandosi nel primo caso al 19,23% e all’8.47% nel secondo. La percentuale di questo tipo immagini nella compagine dei ministri, inoltre, si è manifestata più alta (il 19,23% anzidetto) rispetto a quella complessiva, attestatasi al 10,64%. Per contro, si è presentato sempre elevato il tasso delle immagini ove non appare alcun simbolo che richiami, per metonimia, la dimensione simbolica di un rappresentante ufficiale del Governo. Le relative percentuali di assenza di questi simboli, in effetti, sono risultate addirittura superiori al 90% nel caso dei 54 sottosegretari (91,53%, per l’esattezza), risultando più mitigate, ma comunque ancora molto alte, nel caso dei 21 ministri anch’essi messi in posa senza bandiere (80,77%). Il culmine di questo andamento è quello rilevato nel gruppo dei vice ministri dove, all’estremo, non è stata riscontrata alcuna immagine raffigurante anche delle bandiere (100%).

Disparata è risultata, inoltre, anche la composizione della raccolta delle immagini dal punto di vista della disposizione dei soggetti ripresi. Gli aspetti presi in considerazione per questa specifica sezione sono stati i seguenti: lo sfondo (neutro o non neutro, chiaro o scuro), l’orientamento dei corpi e dei volti, il tipo di posa e l’espressione delle persone ritratte.

Il tipo di sfondo che è risultato prevalente in 57 immagini è quello neutro, monocromo, da fototessera in sostanza. La relativa percentuale è stata del 60,64%, con una relazione, rispetto alle fotografie con sfondi non neutri, di poco superiore all’1,5 (1,54). E’ emersa, inoltre, una connessione tra gli sfondi neutri e le immagini con una maggiore luminosità complessiva (60 in totale). La corrispondente percentuale è apparsa, infatti, di poco superiore a quella delle 57 fotografie con uno sfondo indefinito (60,64%), attestandosi al 63,83%. Viceversa, possono essere associate tra di loro le percentuali relative agli sfondi diversi da quelli indefiniti (39,36%) con le 34 fotografie meno chiare (36,17%). Sono stati infatti osservati 37 ritratti, talora finanche “ambientati”, come nel caso in cui nell’immagine sono state notate delle bandiere o il logo di cui si è già accennato. Riguardo, ancora, allo sfondo, nel gruppo dei sottosegretari è stato riscontrato un altro elemento di differenziazione dalle caratteristiche delle immagini presenti negli altri insiemi. In questo gruppo, infatti, sono stati rilevati 30 sfondi non neutri (50,85%) che, con i 29 sfondi neutri individuati (49,15%), sono apparsi distanti sia dai relativi dati riepilogativi prima esposti, sia dai dati inerenti i gruppi dei ministri e dei vice ministri. Nel gruppo dei ministri (26 unità), in effetti è prevalso lo sfondo neutro (80,77%) in 21 casi, contro quello non neutro (19,23%) nei restanti 5 casi. Ha registrato percentuali vicine a quelle del gruppo dei ministri anche quello dei vice ministri (9 unità) con 7 casi nei quali è stato rilevato lo sfondo chiaro (77,78%) e 2 nei quali lo sfondo non è apparso neutro (22,22%). Non sono state rilevate differenziazioni tra i tre gruppi, invece, nella tendenza a prevalere degli sfondi chiari su quelli scuri, con l’84,62% delle 22 immagini dei ministri, il 77,78% relativo a 7 fotografie dedicate a vice ministri e il 52,54% delle 31 riprese raffiguranti sottosegretari. Pur avendo in comune la prevalenza dello sfondo chiaro, questi tre insiemi, ancora una volta, si sono dimostrati non omogenei riguardo alle proporzioni tra sfondi chiari e scuri che sono risultati, rispettivamente: superiore al 5 a 1 (5,5) per i ministri, oltre il 3 a 1 (3,5) per i vice ministri e di poco superiore al rapporto 1 a 1 (1,1) nel caso dei sottosegretari.


L’orientamento dei volti delle persone ritratte, similmente ad altri aspetti rilevati, si è connotato per la sua eterogeneità. Infatti, per poco più della metà del totale complessivo delle riprese esaminate, 53 casi (pari al 56,38%), è risultato centrale, indifferenziato, con lo sguardo idealmente rivolto verso chi ha effettuato la ripresa. Si sta parlando, dunque, di  soggetti che erano consapevoli del fatto che qualcun altro eroa in procinto di realizzare uno scatto il cui futuro utilizzo, plausibilmente, era altrettanto noto e condiviso. Questo aspetto, proprio perché è indice del fatto che non ci si è trovato di fronte ad istantanee “rubate”, sembrerebbe poter avvalorare ulteriormente l’ipotesi dell’assenza di una regia complessiva, almeno per quello che sembra emergere osservando questa raccolta di immagini che, plausibilmente, avrebbero dovuto essere anche un importante veicolo di comunicazione del Governo. Parrebbero avvalorare questa ipotesi anche le restanti 41 fotografie nelle quali l’orientamento dei volti, diversamente dalle precedenti 53 con volti “in asse”, è risultato tendere, invece, in maniera più o meno accentuata verso sinistra, piuttosto che verso destra. E’ stata infatti riscontrata la presenza di 24 immagini con un orientamento del volto tendente a sinistra (25,53%) e 17 con soggetti ripresi con il volto orientato a destra (18,09%). Ad ulteriore conferma della ridetta varietà, è possibile segnalare anche l’orientamento nei tre gruppi dei ministri, vice ministri e sottosegretari. In questi gruppi, pur confermandosi la prevalenza di quello centrale, ovvero di volti non orientati, sono stati rilevati diversi ritratti contraddistinti dalla tendenza a sinistra così come a destra. Per i ministri, più nel dettaglio, sono stati rilevati: 15 casi di non orientamento dei volti (57,69%), 7 con tendenza a sinistra (26,92%) e 4 a destra (15,38%). Simile è risultato anche l’andamento dei valori relativi ai vice ministri con: 6 non orientati (66,67%), 2 rivolti a sinistra (22,22%) e 1 a destra (11,11%). Analogamente, per i sottosegretari è stato rilevato la presenza di: 32 volti non rivolti in alcuna direzione (54,24%), 15 a sinistra (25,42%) e 12 a destra (20,34%).


Pure per quel che concerne la posizione delle frazioni visibili del corpo delle persone ritratte il quadro si è presentato abbastanza variegato. Si è passati, infatti, dai 45 collocati in una posizione intermedia (47,87%), ai 33 ritratti con figure poste frontalmente rispetto al probabile punto di ripresa (35,11%), sino a giungere ai 16 ritratti con orientamento a ¾ (17,02%). Questo ordinamento è stato individuato anche nei gruppi dei ministri e dei sottosegretari, ma non in quello dei vice ministri. Nei primi due gruppi suddetti le tipologie riscontrate sono state le seguenti: al vertice le 13 fotografie dei ministri con una postura intermedia (50,00%) con le 29 affini dei sottosegretari (49,15%), seguite dalle 7 pose frontali dei ministri (26,92%) in compagnia delle 21 similari dei sottosegretari (35,59) e, in ultima posizione, le 6 immagini dei ministri con soggetti orientati a ¾ (23,08%) e le 9 analoghe relative ai sottosegretari (15,25%). Diverso è apparso, invece, l’ordine rilevato nel gruppo di vice ministri dove pur attestandosi sempre in coda l’orientamento a ¾ con 1 sola posa (11,11%), si sono presentate invertite le posizioni per il primo e secondo posto, essendo state rilevate 3 fotografie di vice ministri con il corpo in una postura intermedia (33,33%) precedute da 5 con una posa frontale (55,56%).


Non è andata diversamente, riguardo all’assortimento, neanche per quel che concerne il tipo di ritratto dove si è di nuovo configurato un quadro non uniforme. Sono tre, innanzi tutto, le tipologie di ritratto individuate nell’intera raccolta: “mezzi primi piani” (“semi close-up”, comprendenti testa e spalle), il classico “mezzo busto” (“close medium shot”, che spaziano dal volto alla “cintura”) e il “primo piano” (“close-up”, relativi al solo viso). Il taglio che è stato rilevato più volte (60,64%) è quello relativo a 57 “mezzi primi piani”. Al secondo posto (24,47%) si è collocato il tradizionale “mezzo busto”, con 23 ritratti riconducibili a questo formato, mentre al terzo (14,89%), con 14 riprese dedicate, si è piazzato il “primo piano”. Simile, per non omogeneità complessiva, anche la tendenza relativa al tipo di ritratto nei gruppi dei ministri, vice ministri e sottosegretari pur essendo risultati analoghi al quadro generale in termini gerarchici. Si è distinto il solo il gruppo dei vice ministri ove è risultato mancante uno dei tagli più comuni, ovvero quello del “mezzo busto”. In tutti e tre i gruppi, quindi, il tipo di ritratto più ricorrente è stato il “mezzo primo piano” con 17 immagini di ministri (65,38% del totale per tipo di posa), 7 di vice ministri (77,78%) e 33 dei sottosegretari (59,93%). Il secondo posto è stato occupato dai sempreverdi “mezzo busto” con 6 ministri ritratti in tal modo (23,08%) e 17 sottosegretari (28,81%), senza nessun vice ministro, come si è detto, con una simile tipologia di raffigurazione. In ultima posizione si è piazzato il “primo piano” con 3 ministri (11,54), 2 vice ministri (22,22%) e 9 sottosegretari (15,25%).
Si riportano, infine, i dati relativi alle espressioni dei volti rilevati nelle immagini analizzate. Sono stati divisi, per comodità espositiva, in due soli insiemi, ovvero tra ritratti austeri e non. Neanche in questo caso, però, è stata riscontrata alcuna uniformità. Nel dettaglio, sono risultati decisamente in minoranza, essendo solo 12 le relative riprese, i volti con un atteggiamento più serio (12,77%), facendo così risaltare nettamente le ben 82 espressioni contrarie riscontrate (87,23%) con un rapporto tra i due gruppi di quasi 7 a 1 (6,83) a sfavore di atteggiamenti più formali. Ineguale si è confermata anche la suddivisione delle espressioni nei gruppi dei ministri, vice ministri e sottosegretari, pur emergendo un andamento simile a quello rilevato per lo stesso aspetto a livello generale. Sono state rilevate, infatti, 2 sole espressioni austere per i ministri (7,69%), altrettante per i vice ministri (22,22%) e 8 per il gruppo dei sottosegretari (13,56%). All’opposto, le espressioni non austere sono risultate 24 per i ministri (92,31%), 7 per i vice ministri (77,78%) e 51 per i sottosegretari (86,44%).

Elenco ministri, vice ministri e sottosegretari (per dicastero)Presidente del Consiglio
Romano Prodi
Vice Presidenti del Consiglio
Massimo D’Alema
Francesco Rutelli
Sottosegretari di Stato alla Presidenza del Consiglio
Enrico Letta
Enrico Micheli
Fabio Gobbo
Ricardo Franco Levi
Ministero Affari Regionali e Autonomie Locali
Ministro
Linda Lanzillotta
Sottosegretario
Pietro Colonnella
Ministero per l’Attuazione del programma di Governo
Ministro
Giulio Santagata
Ministero delle Riforme e Innovazione nella P.A.
Ministro
Luigi Nicolais
Sottosegretari
Beatrice Magnolfi, Gian Piero Scanu
Ministero per i Diritti e le Pari Opportunità
Ministro
Barbara Pollastrini
Sottosegretario
Donatella Linguiti
Ministero per le Politiche Europee
Ministro
Emma Bonino
Ministero per i Rapporti con il Parlamento e Riforme Istituzionali
Ministro
Vannino Chiti
Sottosegretari
Giampaolo D’Andrea(*), Paolo Naccarato
Ministero per le Politiche per la Famiglia
Ministro
Rosy Bindi
Sottosegretaria
Chiara Acciarini
Ministero per le Politiche Giovanili e Attività Sportive
Ministro
Giovanna Melandri
Sottosegretari
Giovanni Lolli, Elidio de Paoli
Ministero degli Affari Esteri
Ministro
Massimo D’Alema
Vice Ministri
Ugo Intini, Patrizia Sentinelli, Franco Danieli
Sottosegretari
Famiano Crucianelli, Donato di Santo, Gianni Vernetti, Vittorio Craxi
Ministero dell’Interno
Ministro
Giuliano Amato
Vice Ministro
Marco Minniti
Sottosegretari
Marcella Lucidi, Ettore Rosato, Alessandro Pajno, Franco Bonato
Ministero della Giustizia
Ministro
Clemente Mastella
Sottosegretari
Luigi Manconi, Alberto Maritati, Daniela Melchiorre, Luigi Scotti, Luigi Li Gotti
Ministero Economia e Finanze
Ministro
Tommaso Padoa Schioppa
Vice Ministri
Vincenzo Visco, Roberto Pinza
Sottosegretari
Massimo Tononi, Paolo Cento(**), Mario Lettieri(**), Alfiero Grandi, Casula Antonangelo, Nicola Sartor
Ministero per lo Sviluppo Economico
Ministro
Pierluigi Bersani
Vice Ministro
Sergio D’Antoni
Sottosegretari
Filippo Bubbico, Paolo Giaretta, Alfonso Gianni
Ministero dell’Università e della Ricerca
Ministro
Fabio Mussi
Sottosegretari
Luciano Modica, Nando Dalla Chiesa
Ministero dell’Istruzione
Ministro
Beppe Fioroni
Vice Ministro
Mariangela Bastico
Sottosegretari
Gaetano Pascarella, Letizia De Torre
Ministero del Commercio Internazionale
Ministro
Emma Bonino
Sottosegretari
Mauro Agostini(**), Milos Budin
Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale
Ministro
Cesare Damiano
Sottosegretari
Antonio Montagnino, Rosa Rinaldi
Ministero della Solidarietà Sociale
Ministro
Paolo Ferrero
Sottosegretarie
Franca Dosaggio, Cristina De Luca
Ministero della Difesa
Ministro
Arturo Parisi
Sottosegretari
Giovanni Lorenzo Forcieri, Emidio Casula, Marco Verzaschi
Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali
Ministro
Paolo De Castro
Sottosegretari
Guido Tampieri, Stefano Boco, Giovanni Mongiello
Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare
Ministro
Alfonso Pecoraio Scanio
Sottosegretari
Gianni Piatti(*), Bruno Dettori, Laura Marchetti(*)
Ministero delle Infrastrutture
Ministro
Antonio Di Pietro
Vice Ministro
Angelo Capodicasa(*)
Sottosegretari
Luigi Meduri(*), Tommaso Casillo(*)
Ministero dei Trasporti
Ministro
Alessandro Bianchi
Vice Ministro
Cesare de Piccoli
Sottosegretari
Andrea Annunziata, Raffaele Gentile
Ministero della Salute
Ministro
Livia Turco
Sottosegretari
Serafino Zucchelli, Antonio Gaglione, Giampaolo Patta
Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Ministro
Francesco Rutelli
Sottosegretari
Elena Montecchi, Andrea Marcucci, Danielle Mazzonis
Ministero delle Comunicazioni
Ministro
Paolo Gentiloni
Sottosegretari
Luigi Vimercati, Giorgio Calò
(*) Nessun link, nessuna fotografia.
(**) Link presente, nessuna fotografia.

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Una “fotografia” del Governoultima modifica: 2007-03-23T16:25:00+01:00da
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