Fotografia, comunicazione, media e società

“On photography”, ma non solo …

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“On photography”, ma non solo …

Non colui che ignora l’alfabeto, bensì colui che ignora la fotografia, – è stato detto – sarà l’analfabeta del futuro”

Benjamin W., L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica, Einaudi, Torino, 1966

Sólo «quien lo sabe todo, no teme nada». Sólo el que teme puede ser oprimido

Fontcuberta J., Ciencia y Ficcion. Fotografia, naturalezza, artificio, Mestizio A.C., Murcia, 1998

“L’immagine è zero”

campagna Sprite, 1997 in  “No Logo” di Naomi Klein

“La morte è la migliore invenzione della vita” S. Jobs

“Se vogliamo disegnare un’architettura conforme alla struttura della nostra anima, dovremmo concepirla a immagine del labirinto.” Nietzsche

da “Archivi fotografici e forme di vita labirintiche” di Maria Giulia Dondero (http://www.ec-aiss.it/archivio/tematico/visualita/visualita.php)

“La verità […] è una proprietà di alcune nostre idee e significa il loro “accordo” con la “realtà” così come la falsità significa il loro disaccordo con essa.”

da “Il significato della verità” di William James

“Diversamente da ciò che afferma Benjamin (1936) sulla decadenza dell’aura causata dalla riproducibilità tecnica, per Barthes (1980) l’impronta fotografica è iperauratica […] Non è la fotografia intesa come indice del reale che produce l’intensità della lettura, ma è l’intensità affettiva della lettura che rende la fotografia una testimonianza preziosa della persona che è davvero stata là in un certo tempo passato.” G. Dondero, Fotografare il sacro. Indagini semiotiche, Meltemi, Roma, 2007

“La semantica di una singola fotografia, priva di un contesto, situata fuori della proposizione, e perciò priva di un qualsiasi piano lessicale, è povera e astratta”.

Ejchenbaum, I problemi dello stile cinematografico

“E’ sempre possibile sostituire vantaggiosamente un’immagine sfocata con una nitida? Spesso non è proprio l’immagine sfocata ciò di cui abbiamo bisogno?
da “Ricerche filosofiche” di L. Wittgenstein

“La cultura liquida moderna, diversamente da quella dell’epoca della costruzione delle nazioni, non ha gente da educare ma piuttosto clienti da sedurre.” Zygmunt Bauman

“Nessun medium esiste o ha significanza da solo, ma soltanto in un continuo rapporto con altri media […] In quanto estensioni dei nostri sensi, quando agiscono l’uno sull’altro, istituiscono nuovi rapporti, non soltanto tra i nostri sensi ma tra di loro. […] Non esistono ceteris paribus nel mondo dei media e della tecnologia. Ogni estensione o accelerazione produce immediatamente nuove configurazioni dell’intera situazione. […] E’ quindi praticamente impossibile capire il medium della fotografia senza rendersi conto dei suoi rapporti con altri media vecchi e nuovi. […] L’interdipendenza totale è il punto di partenza” (Mcluhan 1964, 2002, pp. 35, 63, 197, 216, 382).

McLuhan M., Gli strumenti del comunicare, Il Saggiatore, Milano, 1967

La “realtà” che appare immanente in ogni istantanea può testimoniare, piuttosto che la verità della rappresentazione stessa, la caratteristica natura di “cavallo di Troia” della fotografia. GR

“[…] il miglior servizio che si possa rendere oggi alla fotografia è di integrarla al mondo delle immagini in generale, e di insistere sul fatto che essa è attraversata da numerose estetiche o forme semiotiche che si estendono anche alla pittura, al disegno o al cinema.”

Jean-Marie Floch, Forme dell’impronta, Meltemi, 2003

“La foto è un segno che funziona come una porzione di realtà che, sfuggendo alla semiosi, si propone all’esperienza allo stesso modo in cui tutto il reale si offre all’intervento della nostra rete sensoriale.”

Claudio Marra, Scene da camera: l’identità concettuale della fotografia, Essegi, Ravenna, 1990

“Toda fotografía es una ficción que se presenta como verdadera. Contra lo que nos han inculcado, contra lo que solemos pensar, la fotografía miente sempre, miente por instinto, miente porque su naturaleza no le permite hacer otra cosa. Pero lo importante no es esa mentira inevitable. Lo importante es cómo la usa el fotógrafo, a qué intenciones sirve. Lo importante, en suma, es el control ejercido por el fotógrafo para imponer una dirección etica a su mentira. El buen fotógrafo es el que miente bien la verdad”.

Fontcuberta J., El beso de Judas. Fotografìa y verdad, Editorial Gustavo Gili SA, Barcelona, 1997

La fotografia vive costantemente in un precario ed ambiguo equilibrio fra l’istanza dell’oggetto e quella del soggetto. GR

“La fotografia [ha] tracciato gli orizzonti futuri della comunicazione. La perenne tensione dei media verso un’integrale immersione nell’esperienza diretta delle cose […] mezzi di riproduzione della realtà […] condivisione di simulacri collettivi [per] costruire la propria identità e verificare il proprio sistema di credenze”

Alberto Abruzzese, Lessico della comunicazione, Meltemi, Roma, 2003

“La fotografia, come reciprocità meccanica tra vita e morte, è stata ed è (ancora oggi nel suo passaggio dall’analogico al digitale) il motore diffuso e situato di relazioni sociali in cui a entrare in contatto sono soggetti e territori al tempo stesso presenti e assenti. La macchina fotografica produce istantanee di processi culturali, anzi antropologici, che sfuggono alla trasparenza della comunicazione e colgono ciò che nella simultaneità e fluidità delle relazioni umane dal vivo resta celato, nascosto, occulto. L’accumulo di queste immagini alimenta la vita remota dei territori che abitiamo, producendo così comunicazione a mezzo di comunicazione. La fotografia si è dunque introdotta nella prima metà dell’Ottocento come evoluta forma tecnologica di solidarietà tra attori della società civile, attori meccanici e attori remoti; ibridazione che già tende al cyborg. Linguaggio al di là della vita naturale delle cose e del mondo: così alieno rispetto all’umano, così prossimo tanto ai modi primordiali dell’imitazione e della riproduzione, quanto alle forme più evolute dei processi di astrazione della modernità. Così prossimo, infine, alla pornografia come ai fantasmi, sempre, dunque, ai bordi della morte.”

Abruzzese A., L’istanza fotografica dell’11 settembre 2001 in Morcellini M. (a cura di), Torri crollanti. Comunicazione, media e nuovi terrorismi dopo l’11 settembre, Franco Angeli, Milano, 2002

“Lo spazio della fruizione [della fotografia (NdR)] è uno <spazio fluttuante> all’interno del quale il senso di un’immagine può variare e acquisire delle significazioni addirittura opposte rispetto alle intenzioni del produttore”

Tisseron in Basso Fossali P., Dondero M. G., Semiotica della fotografia – Investigazioni teoriche e pratiche d’analisi, Guaraldi, Rimini, 2006

“L’incessante susseguirsi delle immagini (televisione, streaming video, film) domina il nostro ambiente, ma quando si tratta di ricordare la fotografia è più incisiva. La memoria ricorre al fermo-immagine; la sua unità di base è l’immagine singola. In un’epoca di sovraccarico di informazioni, le fotografie forniscono un modo rapido per apprendere e una forma compatta per memorizzare. Una fotografia è simile a una citazione, a una massima o a un proverbio. Ognuno di noi ne immagazzina centinaia nella propria mente, e può ricordarle all’istante.”

Sontag S., Davanti al dolore degli altri, Mondadori, Milano, 2003

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“On photography”, ma non solo …ultima modifica: 2009-11-04T14:32:00+01:00da
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