L’opera
G. Regnani, #Parktraits stories_14 2024
di Stella Nonanta
Sinceramente non ho voglia di raccontare la mia triste storia, sono stanca di ripetere sempre
la solita tiritera. A ogni visita medica mi ritrovo sempre addosso quello sguardo di
compassione, ad ogni nuovo incontro spiegare o meglio giustificare il mio comportamento.
Adesso basta! Se proprio volete vi racconto la persona che vive nascosta dietro la patologia.
Quella donna che un bel giorno decide di voler dipingere un murales nella sua camera da
letto.
Credo che dopo il diploma della scuola superiore non ho più preso in mano una matita
colorata se non per truccarmi il viso. Comunque nell’inverno del 2020 dopo ore e giorni a
giocare col pc e tablet, stanca di non produrre niente di concreto ho deciso di progettare il
mio murales.
Avevo di fronte a me una parete di 4 m per 3, bianca e vuota, che mi chiamava fortemente a
essere viva. Non sono pazza, è proprio così, mi diceva che aveva bisogno di avere una sua
identità. Ho impiegato un paio di settimane a scegliere il soggetto, pure lui mi è apparso e mi
ha detto ” Si, sono io!”(effettivamente un po’ pazzerella lo sono) un campo di grano giallo
con al centro un albero rosso e un cielo con un sacco di sfumature di blu. I tre colori primari,
anche questo aveva un senso importante.
Ho impiegato quattro mesi al pc per abbinare ad ogni quadratino numero e colore, perché il
murales è un pixel composto da 14400 quadratini di 2 x 2 cm, dovevano essere 98 colori
diversi, poi sono aumentati per sbaglio ed esigenze durante l’esecuzione. Finita
l’impostazione di progetto ho riportato il reticolato sulla parete usando diverse tecniche
perché fosse il più preciso possibile, ormai era primavera aprile/maggio 2021 e non avevo
ancora idea di quello in cui mi sarei imbarcata veramente. Questa donnina aveva preso una
decisione basilare ” Non mi interessa quanto tempo impiegherò, dovessi metterci 10 anni o
più, questo sarà il mio momento, il mio spazio, il mio gioco ma lo porterò a termine?” avevo
piena consapevolezza di averne le capacità non però di volontà.
Finalmente ho trovato i colori adatti per iniziare l’impresa e in giugno sono partita con i primi
quadratini, non credevo alle mie mani quando dipingevo, o meglio riempivo il vuoto di colore,
non tremavo, non mi bloccavo, non avevo crampi, insomma non avevo tempo di pensare al
Parkinson, ero io e l’opera, non c’era spazio per nient’altro. Non mangiavo, non riposavo,
non mi lavavo, mio marito e mia figlia erano preoccupati, io ero entusiasta e gratificata, il
mondo esterno non aveva senso d’essere, quello era il mondo ora! Esattamente così,
quando dipingo, disegno, creo è il mio mondo e ne patologie ne persone care fanno parte di
questo. Se vuoi puoi chiamarmi ad alta voce, io non ti sento, puoi venire a toccarmi ma io
non ti sento, non esiste niente intorno solo colori, musica e creatività.
Il 9 ottobre ho dipinto l’ultimo quadratino di arancione, ho portato a termine il mio capolavoro.
Il cielo rappresenta la disperazione, il brutto e bello, la frenesia della vita gli alti e bassi. Il
campo di grano la pace, la quiete, la tranquillità e la lentezza. L’albero la vita nel centro di
tutto. Poi ci sta una piccola ombra dell’albero sul campo di grano che rappresenta la
sofferenza, il nascondersi dalla vita. Potrei andare avanti e trovare un milione di altre
interpretazioni, perché ogni giorno ogni sera mi addormento guardando….mi! Sono stata
proprio brava.
Sono passati altri tre anni, ho intrapreso altri progetti portati a termine altri no, non importa,
ma nessuno dei seguenti così di grande impegno. Mi rendo conto che la patologia prosegue
inesorabile il suo percorso, invade sempre più il mio spazio e l’entusiasmo si smorza
lasciandomi apatica e indifferente. La piccola donna è sempre lì che osserva la possibilità di
tornare nel mondo dell’illusione che succeda una piccola possibilità per entusiasmarsi
ancora.
15 febbraio 2024
Stella Nonanta
English version*
The Work
G. Regnani, #Parktraits stories_14 2024
by Stella Nonanta
Honestly, I don’t feel like telling my sad story anymore; I’m tired of repeating the same old song. Every time I visit the doctor, I’m met with that look of compassion, and with every new encounter, I have to explain, or rather justify, my behavior. Enough now! If you really want, I’ll tell you about the person who lives hidden behind the illness. That woman who one fine day decides she wants to paint a mural in her bedroom.
I think that after high school, I never picked up a colored pencil again, except to put makeup on my face. However, in the winter of 2020, after hours and days spent playing on the PC and tablet, tired of not producing anything concrete, I decided to design my mural. I had in front of me a wall 4 meters by 3, white and empty, calling out strongly to me to come alive. I’m not crazy, it’s just like that, it told me it needed to have its own identity.
It took me a couple of weeks to choose the subject; it also appeared to me and said, “Yes, it’s me!” (actually, I’m a bit crazy). A field of yellow wheat with a red tree in the center and a sky with lots of shades of blue. The three primary colors, this too had an important meaning.
I spent four months on the PC to match each pixel with a number and color because the mural is a pixel composed of 14,400 squares of 2 x 2 cm, there had to be 98 different colors, then they increased by mistake and needs during execution. Once the project was set up, I transferred the grid to the wall using various techniques to make it as precise as possible. It was now spring, April/May 2021, and I had no idea what I was really getting into. This little woman had made a fundamental decision, “I don’t care how long it takes, even if it takes me 10 years or more, this will be my moment, my space, my game, but will I see it through?” I was fully aware that I had the capabilities but not the willpower.
Finally, I found the right colors to start the enterprise, and in June, I started with the first squares. I couldn’t believe my hands when I painted, or rather filled the void with color, I didn’t shake, I didn’t freeze, I didn’t cramp, in short, I didn’t have time to think about Parkinson’s, it was me and the artwork, there was no room for anything else. I didn’t eat, I didn’t rest, I didn’t wash myself, my husband and my daughter were worried, I was enthusiastic and gratified, the outside world made no sense, that was the world now! Exactly like that, when I paint, draw, create, it’s my world, and neither illnesses nor loved ones are part of it. If you want, you can call me out loud, I won’t hear you, you can come and touch me, but I won’t feel you, there’s nothing around, just colors, music, and creativity.
On October 9th, I painted the last square of orange, I completed my masterpiece. The sky represents despair, the good and the bad, the frenzy of life, the ups and downs. The wheat field is peace, quiet, tranquility, and slowness. The tree is life at the center of everything. Then there’s a small shadow of the tree on the wheat field representing suffering, hiding from life. I could go on and find a million other interpretations because every day, every evening, I fall asleep looking at… me! I did really well.
Another three years have passed, I embarked on other projects, some completed, others not, it doesn’t matter, but none of them required such a great commitment. I realize that the illness continues its relentless path, invading more and more of my space, and the enthusiasm fades, leaving me apathetic and indifferent. The little woman is still there, observing the possibility of returning to the world of illusion that there may be a small chance to get excited again.
February 15, 2024
Stella Nonanta
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Any reference to things, facts, people, etc. it is purely random and imaginary and, therefore, must be considered as pure coincidence and/or fiction of the author’s imagination.
The *paraphrase, **translation, ***citation of the text, containing the title and the author’s name, must be considered a “lawful use” as it is done for the mere purpose of criticism, review and/or study and without any profit… (from/co-author: open AI Chat GPT).
* Translation by ChatGPT Open AI
Video del Convegno
https://youtu.be/zVWkdPeIwKQ?si=9qkPdiiBFOTzX5c8
“ARTE E PARKINSON
La cura del benessere nella Malattia”
Teatro Salone Margherita
Roma, 11 aprile 2024
Giornata Mondiale del Parkinson
Con il supporto della Banca d’Italia